Poche e semplici regole di gioco :
“Touch on the sides of the ground was marked out, and no one was allowed to run with the ball in his grasp towards the opposite goal. It was Football, and not Hanball, plenty of hacking, but little struggling.”
“La linea sui lati del campo era tracciata, e nessuno poteva correre con la palla stretta in mano vero la porta avversaria. Era footbal (calcio), e non Handball (palla a mano), molti era i calci negli stinchi, ma poca era la lotta.”
Questo era il gioco giocato a Rugby (cittadina inglese) durante le vacanze, quando l’undicenne William Webb Ellis entrò nella scuola nel 1816. Quando c’era una partita l’intera scuola si assemblava, e due dei migliori giocatori sceglievano 20 o più compagni che li seguivano mentre il resto erano divisi in due lati a delimitare il campo. Giacchette e cappelli erano gettati per segnare le mete.
Il gioco cominciava!
Generalmente questi giochi erano pieni di vigore ed entusiasmo, ma alla fine del giorno tutti i ricordi del gioco cadevano nell’oblio. Siccome si giocava solo per divertimento, non si tenevano nessun tipo di record. Perciò per i primi risultati ci dobbiamo fidare della collezione dell’antiquario M. Bloxam il quale pur non essendo testimone dichiarò che il primo a prendere la palla con le mani fino alla linea di fondocampo piuttosto che calciarla fu Ellis Webb nel 1823.
Al tempo oltre che essere considerata poco cortese, l’azione di Ellis Webb non fu considerata un’azione particolarmente degna di nota. Le regole del gioco erano sempre soggette a discussioni e cambiamenti e dieci anni più tardi non c’era più nemmeno il ricordo della tradizione di Ellis Webb. Thomas Hughes sostenne che la buona riuscita del gioco era dovuta soprattutto alla velocità e alla potenza muscolare. Jem Mackie, nel 1838-39 incoraggiò molti altri a seguire l’idea di Hughes. Fu stabilito che la palla doveva essere portata sulla barriera avversaria. Il ricevitore non poteva uscire fuori del campo e non poteva stare in fuorigioco, quindi doveva portare la palla sulla linea di fondocampo e fare meta, facendola toccare a terra lui stesso. Tra 1830 e 1840 le partite passarono da spontanee e casuali a fisse secondo un calendario annuale. The School House Team del 1839 fu la prima ad utilizzare un’uniforme. Tutti i giocatori durante una partita, che sembra abbia visto persino la regina Adelaide, indossavano dei cappelli di velluto rosso. Questi cappelli di velluto insieme con pantaloni e giacchette erano indossati dai giocatori di ogni squadra con i propri colori e un proprio motto.
I giovani prendevano parte al gioco con assalti di massa, a mostrare la loro forza senza rischiare di farsi troppo male. All’arcivescovo Frederick Temple fu una volta chiesto nel periodo in cui era preside a Rugby se mai avrebbe fermato uno di questi giochi apparentemente pericolosi . Egli rispose: “Never, short of man’s laughter!” “Mai, interrompere di colpo la risata di un uomo!” Fino al 1850 il rugby evolse all’interno delle mura scolastiche, nuove regole vennero pubblicate annualmente sin dal 1845. I vecchi rugbysti che amavano il gioco non erano comunque contenti di dover tornare nelle loro vecchie scuole per poter giocare così nacquero i primi Rugby Clubs universitari. Questi sviluppi vennero largamente ignorati dalla scuola di Rugby fino al 1867 quando la prima partita di rugby fu giocata nella scuola. Lo sport crebbe nelle scuole private e nelle università del Regno Unito, nel 1871 fu fondata a Londra la prima Rugby Union. Due anni dopo la scuola di Rugby si unì alla Rugby Football Union e le sue regole scomparirono.
Il rugby continuò a crescere ovunque specialmente in paesi come la Nuova Zelanda, l’Australia e il Sud Africa. Negli Stati Uniti a causa della mancanza di regole precise si trasformò lentamente in quello che noi definiamo comunemente Football Americano (che è tutto un’altro gioco). Nel 1895 nasce il rugby professionale con 13 giocatori e regole modificate. Con 22 Rugby Clubs si forma la prima Rugby League.
Il Rugby continuò la sua inarrestabile diffusione mondiale ed è ora giocato in 80 paesi nel mondo.
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